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    La legge n. 191 del 15/03/1951 ha istituito il Punto Franco di Messina, delimitandone specificatamente il perimetro, indicando, pure, le operazioni di manipolazioni di merci effettuabili.

    Tale legge prevedeva, inoltre, che il Punto Franco fosse gestito ed amministrato da un apposito Ente.

    Proprio la gestione e l`amministrazione del Punto Franco fu causa di un aspro contenzioso tra lo Stato e la Regione Sicilia, conclusosi con la decisione dell`Alta Corte di Giustizia (le cui competenze furono poi assorbite dalla Corte Costituzionale) n. 17 del 31/10/1951, la quale ha statuito che, la gestione e l`amministrazione del Punto Franco doveva essere attribuita alla Regione, mentre allo Stato competeva la regolamentazione del regime doganale.

    Fu così che, la Regione Sicilia costituì, per la gestione e l`amministrazione del Punto Franco di Messina con D.P.R.S. n. 270/A del 10/03/1953, l`Ente Autonomo Portuale di Messina, a cui fu affidato anche il compito di assumere qualsiasi servizio che abbia attinenza con traffici commerciali e con attività  industriali, che interessino direttamente ed indirettamente il Porto di Messina, esclusa, solo, ogni iniziativa che risulti in contrasto con l`attività  svolta dalle Ferrovie dello Stato.

    Tuttavia le problematiche non cessarono.

    Bisogna rilevare che, l`area, su cui insiste il perimetro, individuato dalla legge, per il Punto Franco, si trova sulla lingua di terra che chiude il porto, denominato "Falce" ed è contesa fra varie Amministrazioni sin dal terremoto che distrusse Messina nel 1908.

    Si dovette arrivare al 05/07/1918, data in cui fu redatto un atto, col quale venne fatta la ripartizione delle aree, a seguito dei lavori di una Commissione insediatasi nel 1912: la parte centrale della "Falce" fu attribuita al Comune di Messina ed, in parte alle Ferrovie dello Stato; la parte interna al porto fu individuata come area portuale; l`area esterna fu attribuita al Demanio Marittimo; la parte terminale fu assegnata al  Demanio Militare.

    Il perimetro del Punto Franco attraversava le competenze di tutte le suddette Amministrazioni.

    Malgrado l`Ufficio Tecnico Erariale avesse provveduto ad individuare le aree che ciascuna Amministrazione doveva cedere per la realizzazione del Punto Franco, solo il Comune di Messina provvide a trasferire le aree, come sopra pervenutegli all`Ente Autonomo Portuale di Messina.

    La situazione si aggravò maggiormente con la costituzione della Regione Sicilia, a Statuto speciale.

    Il suo Statuto, infatti, all`art. 32, prevede che, i beni del demanio dello Stato, comprese le acque pubbliche esistenti  nella regione, sono assegnate alla stessa, eccetto quelli che interessino la difesa dello Stato o i servizi di carattere nazionale.

    Tuttavia, si dovette arrivare al D.P.R. n. 684 del 01/07/1977, perchè¨ fosse decretato il trasferimento del demanio marittimo alla Regione, pur con le limitazioni di cui al detto art. 32 dello Statuto Regionale, ma fu previsto che, per i beni del demanio marittimo rimasti allo Stato, la Regione avrebbe esercitato tutte le funzioni esecutive ed amministrative, ad esso spettanti, con potestà pubblica delegata.

    Anche quest`ultimo decreto, però, ha stentato a trovare attuazione.

    Stante le summenzionate difficoltà, l`Ente orientò le sue iniziative soprattutto allo sviluppo industriale del porto:

    • Ha realizzato un Bacino di Carenaggio, il secondo d`Italia per dimensioni, finanziato con L. R. n. 51 del 05/08/1957;
    • Ha realizzato una Stazione di Degassificazione per navi petroliere, attualmente in fase di bonifica per la sua eventuale riconversione, finanziata con L. R. n. 45 del 06/06/75;
    • Ha acquistato un Cantiere di costruzioni navali, operazione finanziata con L. R. n. 85 del 12/08/80.
    Non ha, comunque, mai abbandonato la sua principale finalità di realizzare il Punto Franco, così fece predisporre un progetto per la recinzione delle aree, individuate dalla L. 191/1951.

    Tale progetto, n. 10540 del 17/02/1992, fu regolarmente approvato dalle competenti Autorità e dotato della necessaria copertura finanziaria.

    Col supporto del Comune di Messina si era iniziato il procedimento di sgombero delle aree interessate.

    Tale iniziativa, però, fu bloccata, con nota del 12/01/1996, dalla neo-istituita Autorità Portuale di Messina, che assumeva di essere titolare, fra l`altro, di tutte le aree ricomprese nella "Zona Falcata" di Messina.

    Dopo un lungo periodo di commissariamento, fu ricostituito, nel 2006, il Consiglio di Amministrazione dell`Ente che si prefisse, come principale obbiettivo il rilancio dell`Ente e dei suoi compiti istituzionali:

    • Ha riacquistato la piena disponibilità della Stazione di Degassificazione, contesa dalla locale Autorità Portuale, avviando anche le procedure per la sua bonifica ed eventuale riconversione;
    • Ha portato a compimento un lungo contenzioso con l`Autorità Portuale di Messina per la titolarità delle aree di competenza. 
    • Giudizio conclusosi con la decisione n. 91/2010 del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana che ha riconosciuto che, tutte le aree, ricomprese nel perimetro del Punto Franco, così come quelle su cui insistono gli stabilimenti industriali realizzati dall`E.A.P.M. sono di esclusiva titolarità delle Ente medesimo, non potendo essere ricomprese nella circoscrizione territoriale dell`Autorità Portuale di Messina;
    • Ha ottenuto che il D. Lgs. n. 179/2009 includesse la legge istitutiva del Punto Franco di Messina tra le norme la cui permanenza in vigore e ritenuta indispensabile;
    • Ha avviato contatti con le più importanti Camere di Commercio dei Cinque Continenti, ottenendo entusiastiche dichiarazioni di interesse ad installazioni di imprese nel Punto Franco di Messina.
    Queste iniziative, coronate tutte dal successo, hanno preoccupato non poco alcuni speculatori, operanti nel campo dell`edilizia, che già  avevano preso di mira le aree di pertinenza dell`Ente, facendo adottare un Piano Regolatore Portuale che trasformava le aree industriali e commerciali  del porto di Messina in aree a vocazione turistico - alberghiera, per cui  è stata inscenata una pesante campagna denigratoria nei confronti dello stesso Ente e del Punto Franco da esso sostenuto ma da essi ritenuto inutile ed inattuabile.

    La strenua difesa dell`Ente ha portato:

    • al pieno riconoscimento del suo operato da parte della Regione Sicilia, che è tornata sulle sue posizioni. 
    • Aveva, infatti sulla scia della detta campagna denigratoria, proposto lo scioglimento dell`Ente, successivamente ravvedendosi, ha nominato un Commissario Straordinario nella persona del Rag. Rosario Madaudo, Presidente dell`ultimo Consiglio di Amministrazione, per il rilancio dell`Ente stesso;
    • alle prese di posizioni di alcune personalità , quali il Prof. Victor Uckmar, uno dei maggiori esperti internazionali nel settore, ed il Cons. Giorgio Riondino, già  Capo dell`Ufficio di Segreteria della Conferenza Stato - Città  ed Autonomie Locali presso la Presidenza del Consiglio, i quali hanno affermato la ancor piena valenza giuridica del Punto Franco di Messina, portando al già  citato D. Lgs. n.179/2009;
    • alla riaffermazione, da parte dello Studio Uckmar, della piena utilità  economica di un Punto Franco a Messina, per i vantaggi di cui potrebbero beneficiare i traffici commerciali con i Paesi del sud-est asiatico (Cina, India etc.) anche in vista della necessità di disporre di spazi nei quali, fruendo di sospensioni dell`obbligazione doganale per provvedere all`adattamento delle merci agli standards europei. 
    • Lo stesso Prof. Uckmar ha definito il Punto Franco di Messina un moltiplicatore d`impresa, per la sua posizione strategica;
    • alla affermazione del Prof. Signorino, ordinario di Economia Applicata dell`Ateneo Mssinese, secondo la quale nessun porto, dotato di Zone Franche, conosce crisi in tali attività, per cui, tenuto conto che le normative comunitarie non consentirebbero facilmente l`apertura di altre zone franche nè in Italia nè nel resto dell`U. E., il Punto Franco di Messina costituirebbe un vantaggio competitivo non indifferente per la nostra economia.

     

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